Giro delle Terre dei Marsi

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Special Tour
67057 Pescina AQ, Italia Cicloturismo Tour Guide: LA PORTA DEI PARCHI

Si parte da Pescina (735 m s.l.m.) davanti alla grande fontana dove si possono ammirare le piccole cascate verdi che il Giovenco disegna e sulla montagna di fronte la Torre Piccolomini. Dove le case del paese già si diradano, si prende subito la SP 17 in salita. Al bivio con la SP 60: dopo 6 km, si tiene la destra con direzione Ortona dei Marsi (1.003 m s.l.m.), che rappresenta una delle porte del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Si prosegue seguendo la direzione per San Sebastiano e poi Bisegna (1.210 m s.l.m.). Prima di arrivare al paese è conveniente fermarsi alla fontanella per fare rifornimento d’acqua. Pedalando immersi nel verde si raggiunge il bivio per Gioia Vecchio per imboccare la SS 83 che corre sempre dentro il Parco e nella quale non è raro incrociare cicloturisti con il piede a terra intenti a godere il paesaggio. La bellezza incomparabile di questi luoghi costituisce un attrattore formidabile che porta le persone ad assaporarla nel cuore, toccarla con mano, fotografarla non solo col telefonino, ma anche con l’anima, per richiamarne la memoria quando per caso nel tempo dovesse sbiadirsi. Si pedala lentamente con gli occhi che spaziano dappertutto: di lato per catturare il verde nelle infinite tonalità che solo la natura di questi territori riesce a esprimere, dritti per vedere se per caso qualche animale, magari l’orso marsicano, ma più facilmente caprioli, cervi e tassi, ci attraversa la strada e in alto alla ricerca del volo libero e maestoso degli uccelli: aquile e poiane principalmente. Si attraversa Gioia Vecchio e poi, con la strada serpeggiante immersa sempre nel verde, con i colori di una vegetazione variegata e protetta dalle vette delle montagne vicine che ci riversano un’aria frizzante e ci fanno godere un dolce refrigerio, Gioia dei Marsi (725 m s.l.m.), dove si lascia la SS 83 per pedalare sulla strada che porta prima a Lecce nei Marsi (740 m s.l.m.) e poi a Ortucchio (680 m s.l.m.). A Trasacco (685 m s.l.m.) si imbocca la SP 19 con direzione Collelongo (915 m s.l.m.) per arrivare infine nel verde cupo di Villavallelonga (1.005 m s.l.m.). All’altezza del Museo dell’Orso ci si gira per riandare prima a Collelongo e poi a Trasacco. Appena fuori il paese si prende la direzione per il Centro Spaziale del Fucino (Telespazio). Pedalando sulla provinciale si arriva a Venere dei Marsi (735 m s.l.m.). San Benedetto dei Marsi (687 m s.l.m.) è l’ultimo paese che si attraversa prima di staccare i piedi dai pedali a Pescina. Anche se lo sforzo è stato intenso e prolungato, si è avuta la sensazione che le gambe hanno girato bene! Le gambe dei cicloturisti sono come spugne: assorbono tutto: le paure, le preoccupazioni, le ansie, i problemi quotidiani, i pensieri ricorrenti, le aspettative e le gioie. Oggi di certo le cose belle e positive (e non poteva essere altrimenti dato che si è pedalato su un itinerario fantastico) hanno vinto su quelle brutte e negative!


LUNGHEZZA ITINERARIO

GRADO DI DIFFICOLTA’
Medio/Alto

ALTEZZA
  • min. 647 m s.l.m.
  • max 1.399 m s.l.m.

 


Dove pernottare

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PESCINA

Dominato dai resti del castello medievale Piccolomini, il centro abitato di Pescina è caratterizzato da edifici e monumenti di pregio, situati in particolare nel centro storico, e da un assetto urbanistico tipicamente medievale. Le montagne dominano il borgo che, attraversato dal fiume Giovenco, appare selvaggio, aspro, roccioso, a strapiombo sul corso d’acqua fino a diventare più disteso a valle. I pregi naturali e culturali, uniti alla presenza di numerosi servizi, gli hanno permesso di ottenere, nel 2001, nonostante l’esiguo numero di abitanti, il titolo di “Città” consegnato dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.

ORTONA DEI MARSI

Il paese sorge dove nacque l’abitato di Fundus Magnus, uno dei tanti nuclei edificati dalla popolazione della leggendaria Milonia (i resti di mura megAlitiche sono visibili nei pressi di Rivoli), dispersasi sul territorio dopo la distruzione dell’antico centro ad opera dei Romani durante la terza guerra sannitica (294 a.C.). Il borgo di Ortona è una sorpresa: tante le testimonianze del passato medievale, a partire dalla torre del XIII sec. e dalla chiesa di Sant’Onofrio (originaria del XII sec., ricostruita l’ultima volta nel 1940), nuclei centrali attorno a cui si strutturò l’abitato storico, con le sue porte gotiche, i palazzi e le chiese tra cui spicca la Collegiata di San Giovanni Battista, originaria del Quattro- cento, con il portale settecentesco e lo splendido rosone a far capolino su una sontuosa scalinata.

 

BISEGNA

Edificato tra l’XI e il XII sec. su uno sperone roccioso all’inizio della Valle del Giovenco, il centro storico di Bisegna si sviluppa intorno a due vie principali. Via Vittorio Emanuele, l’antica “Via di sopra”, con la torre medioevale pentagonale, ciò che resta del palazzo gentilizio con la splendida facciata barocca, la chiesa di Santa Maria Assunta, la bottega cinquecentesca al lato di Piazza Torre. C’è poi Via G. Mazzini (“Via di sotto”), collegata con la prima da stretti passaggi con ripidi gradini e da un sotto portico. Da visitare la frazione di San Sebastiano, sorta attorno al nucleo di un monastero benedettino, luogo di nascita di santa Gemma (il cui culto si ripete uguale da secoli), dove la presenza costante del plantigrado simbolo del Parco d’Abruzzo ha favorito la nascita di un pic- colo museo dell’orso.

 

GIOIA DEI MARSI

Gioia dei Marsi è un ricordo che vive quando si attraversa l’affascinante frazione di Gioia Vecchio, terrazza sulla piana del Fucino, meta di quotidiane scorribande di orsi, cinghiali, lupi; è memoria che corre di fronte alla torre cilindrica del disabitato borgo Sperone, tra gli affacci più suggestivi sulla Marsica; è emozione di un territorio che ha trovato nell’ambiente naturale la forza di superare il trauma del terremoto nel 1915, quando un bellissimo paese venne completamente raso al suolo. Il “valico delle forchette”, il “Passo del Diavolo” famoso tra i ciclisti, l’area di lancio dei parapendii su Monte Tricella, sono alcuni dei luoghi ormai famosi di un paese che, negli ultimi anni, grazie anche al lavoro della cittadina onoraria Dacia Maraini, sta scoprendo una nuova vocazione artistica.

 

LECCE DEI MARSI

Il terremoto del 1915 non risparmiò Lecce. L’abitato fu ricostruito a valle, lasciando oggi a noi la possibilità di riscoprirne il passato visitando le aree più suggestive di Lecce Vecchio, i ruderi di Ca’ Buccella, Ca’ Marino, le rovine di Sierri. I resti del castello appartenuto ai marchesi Trasmondi e della torre medievale sono invece situati nei pressi della località La Guardia, a circa 1300 metri slm. Il territorio di Lecce è anche uno scrigno di rinvenimenti archeo- logici: le cinta murarie e la necropoli del Centro fortificato di Litium; il centro fortificato della località Cirmo, risalente al periodo italico (III-I sec. a.C.) che costituì, con ogni probabilità, l’acropoli del Vicus Anninus; i resti di sistemi d’arginatura antica In località Torrente Tavana. Forse, però, è l’ambiente naturale la peculiarità maggiore di Lecce, in cui ricade la “faggeta dei presidenti”, un bosco che per anni fu meta di politici che hanno scritto la storia d’Italia.

 

ORTUCCHIO

Il paese sorge dove prima del prosciugamento del lago Fucino era una piccola isola. Come tutta l’area, anche il territorio di Ortucchio fu abitato sin dall’epoca preistorica dai popoli che trovavano riparo nelle grotte scavate dalle acque sui fianchi dei monti. Le grotte “Maritza”, “Ortucchio”, “di Poz- zo” e “La Punta” sono di grande importanza archeologica. Nonostante il terremoto del 1915, la chiesa di Sant’Orante risalente all’VIII sec. d.C. e il Castello Piccolomini (1448) testimoniano l’importanza del borgo in epoca medievale. Il maniero, dall’architettura rara, colpì il viaggia- tore inglese Edward Lear, che nel 1843 gli dedicò un dipinto. Dall’alto del fortilizio si gode il panorama sulla Piana del Fucino e sul laghetto naturale (memoria dell’antico lago) con annesso parco dotato di due piscine riscaldate, anfiteatro, solarium, pi- sta ciclabile, campo da calcetto, campo da bocce, una palestra e un parco giochi per bambini.

 

COLLELONGO

Al centro della Vallelonga, Collelongo conserva il centro storico a pianta ovoidale scosceso su un pendio, tipico dei borghi medievali di fondovalle. La difesa era affidata a case-mura e torrette rompitratta come la torretta del campani- le. Su via San Rocco è ancora presente il bastione angolare a pianta circolare, probabilmente rafforzato da un altro, ora non più visibile, posizionato vicino alla “Porta Jò”, che insieme alla porta adiacente al Palazzo baronale, alla posterula di Balzo Piccione (1578), vicino alla Parrocchiale Santa Maria Nova, e a quella sul fianco destro di Palazzo Botticelli, aprivano l’accesso al borgo. Il seicentesco palazzo ospita il Museo archeologico, una collezione di reperti pro- venienti dalla valle di Amplero, notevole sito italico con un’area fortificata (oppidum), due agglomerati urbani (vicus) e due necropoli.

 

VILLAVALLELONGA

Allungato ai piedi del Monte Quaresima, quasi al centro della Vallelonga, il paese prese forma intorno all’anno Mille. Feudo dei Marsi nel XII sec., poi dei Piccolomini, dei Belforte e dei Pignatelli, nel 1873 vide una parte dei suoi rilievi, compresi nell’area della Serra Lunga, formare il primo nucleo della Riserva reale dell’Alta Val di Sangro, premessa del futuro Parco Nazionale. Il terremoto del 1915 segnò definitivamente il paese anche da un punto di vista architettonico. Restano la chiesa della Madonna delle Grazie, con il particolare campanile quasi inglobato nella struttura e gli affreschi absidali, San Leucio e la Madonna della Lanna. La chiesetta degli alpini, nel mezzo del bosco, ricorda la centralità che per il paese ha l’ambiente naturale circostante, aspetto testimoniato dalla presenza del Centro visita dell’Orso, con i due esemplari in semilibertà e un percorso didattico museale di grande interesse.

 

Pescina 42 01’35’’ N, 13 39’32’’ E → Ortona dei Marsi 41 59’54’’ N, 13 43’44’’ E → Bisegna 41 55’20’’ N, 13 45’31’’ E → Gioia dei Marsi 41 57’32’’ N, 13 41’27’’ E → Lecce nei Marsi 41 56’05’’ N, 13 41’16’’ E → Ortucchio 41 57’22’ N, 13 38’48” E → Trasacco 41 57’28’’ N, 13 32’07” E → Collelongo 41 53’16’’ N, 13 35’09’’ E → Villavallelonga 41 52’21’’ N, 13 37’20’’ E → Collelongo → Trasacco → Venere dei Marsi 41 59’35’’ N, 13 38’44’’ E → San Benedetto dei Marsi 42 00’33’’ N, 13 37’25’’ E → Pescina
 Call Center: +39 0864 49595
External Tour

Oltre la Valle del Giovenco e i colori degli alberi da frutto, il passaggio a Gioia ha il profumo di erbe di montagna, come il piliero, e di piatti classici come la sagna gioiese. Da Lecce a Ortucchio, Trasacco e poi dentro, nel- la Vallelonga, scopriamo i sapori rituali legati alle festività: i “cicirocchi” del granturco lessati alle “cottore” per una notte in- tera il giorno di San’Antonio, la pizza di Pasqua e il “chiortalo” (Trasacco), le ciambelle di San Bia- gio (Lecce), le focacce di San Martino e la “panonta” (salsicce e spezzatino di carne di maiale, distesi su una pizza unta con l’olio di cottura della carne). Le sagre a Colle longo e Villavallelonga ricordano la centralità della pecora nell’economia e nella gastronomia locale. Sui monti attorno, si raccolgono succulenti orapi. C’è poi la piana del Fucino, regno degli ortaggi, di carote (da cui estrarre gustosi succhi) e patate (San Benedetto), e dei tanti prodotti che nelle sere d’agosto a Pescina deliziano i palati durante feste enogastronomiche, assieme ai classici regionali come la pasta alla chitarra. CONTATTA il Bioagriturismo LA PORTA DEI PARCHI

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