Giro della Valle Sub Equana

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Special Tour
67020 Molina Aterno AQ, Italia Cicloturismo Tour Guide: LA PORTA DEI PARCHI

Si parte da Molina Aterno (512 m s.l.m.) all’ombra della Chiesa di San Nicola e del suo bel campanile, nel mezzo di un gomitolo di stradine, e ci si immette sulla SS 261 immersa nel verde. Subito però si prende a sinistra la strada, molto suggestiva e con un traffico motorizzato ridotto all’osso che, dopo aver attraversato l’Aterno schiumoso, porta a Secinaro (859 m s.l.m.). La strada in salita è simile a quella che si percorre quando si desidera arrivare in Paradiso, passando magari prima per il Purgatorio per espiare le pene accumulate nel vivere difficile, complesso e stressante della quotidianità, giacché la fatica che si deve sopportare per mulinare i pedali non è poca. E’ immersa nel verde, si respirano gli odori dei fiori e il profumo delle piante e il canto degli uccelli: nel silenzio totale, è assordante. Si può incontrare soltanto qualche trattore che trasporta roto- loni di fieno per le poche fattorie agricole che si trovano sul territorio. Si arriva a Secinaro, dove svetta la torre con l’orologio, all’ombra del maestoso Sirente nel cuore del Parco Regionale. Sotto il paese c’è una fontanella dove è utile fermarsi per riempire di acqua fresca le borracce. Risaliti in bicicletta, si tiene la sinistra per pedalare sulla strada che corre in discesa fino a Gagliano Aterno (650 m s.l.m.) e poi a Castelvecchio Subequo (490 m s.l.m.). Prima di arrampicarsi al paese, al bivio si prende a destra la SS 5 che dopo poco porta a Castel di Ieri (519 m s.l.m.). Non si entra al paese, ma si prosegue sulla strada che inizia a salire e che porta al valico di Forca Caruso. Lo sforzo sostenuto è più che ripagato dal paesaggio che si gode. Le auto che si incontrano si possono contare sulle dita di una mano! Un paio di chilometri prima della vetta si svolta a sinistra per imboccare la SP 9 che in discesa porta a Goriano Sicoli (720 m s.l.m.). Arrivati al paese, è conveniente fermarsi per ammirare la monumentale fontana utile a riempire d’acqua fresca le borracce oramai vuote. Dopo Goriano si pedala in discesa su una strada che i cicloamatori chiamano “la spiaggia” per le pendenze folli che presenta quando si fa in salita. Al bivio alla fine della discesa si riprende a sinistra la SS 5 in salita che, dopo le due brevi gallerie alla sommità dell’ascesa, si incunea nella Gola di San Venanzio per poi portare, affiancando l’Aterno, di nuovo a Molina.


LUNGHEZZA ITINERARIO

GRADO DI DIFFICOLTA’
Medio

ALTEZZA
  • min. 1.035 m s.l.m.
  • max 1.316 m s.l.m.

 


Dove pernottare

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MOLINA ATERNO

Situato nella valle dell’Aterno, nello stupendo scenario delle Gole di San Venanzio, il borgo di Molina ebbe un certo sviluppo nel Medioevo
per la sua posizione strategica come luogo d’ingresso nella Valle Subequana. Il toponimo del paese dovrebbe derivare dal primo feudatario: Rainaldo di Molino. Il paese è sovrastato dal Palazzo baronale dei Piccolomini, costruito sul preesistente castello medievale, affacciato su un’ampia piazza. All’Età di mezzo rimandano an- che la chiesa rurale di San Pio (XI sec.), che presenta reimpieghi di fregi romani, e Santa Maria del Colle (XII-XVI sec.). Notevole è la chiesa di San Nicola (XVI sec.), modificata nel corso dei secoli, caratterizzata all’esterno dal portale rinascimentale e da un raro campanile seicentesco. Al suo interno è presente un al- tare ligneo rinascimentale.

SECINARO

L’abitato di Secinaro è adagiato su un colle della Valle Subequana, addossato alle pendici del Monte Sirente-Velino, che vale la pena raggiungere con una deviazione dal circuito proposto: la fatica verrà ripagata dalla magnifica visione dei Prati del Sirente, distesi all’ombra della montagna che qui si presenta con tratti dolomitici. Le iscrizioni e gli elementi architettonici di epoca romana conservati presso la sede comunale testimoniano delle antiche frequentazioni del territorio. L’impianto urbanistico tradisce l’origine medievale di quello che fu un feudo con tanto di castello alla sommità, sui resti del quale oggi si trova la chiesa di San Ni- cola, eretta nel XIV sec., che nel- la cupola ottogonale conserva interessanti decorazioni. Poco distante si trova la chiesa della Madonna della Consolazione, con il particolare interno a due navate

GAGLIANO ATERNO

Il Castello medievale che sovrasta il borgo rende Gagliano inconfondibile. Eretto una prima volta nel XIV sec., dopo la distruzione per mano di Braccio da Montone, è giunto a noi nelle forme del quattrocentesco palazzo signorile fortificato. Ai piedi del castello, si sviluppa il paese che conserva molti segni del passato più lontano. Alla metà del ’300 risalgono la fontana medievale e l’origina- ria chiesa di San Martino, prima ad aula unica, portata nel XV sec. a tre navate e adorna, sul- la facciata, di un bel rosone. Più antiche le origini della chiesa di San Rocco (XI sec.) e di un monastero benedettino (IX sec. secondo le fonti) poi in parte inglobato dal convento di Santa Chiara, tra i primi e più notevoli monasteri di Clarisse fondati tra XIII e XIV sec., edificato prima del 1286 e abitato fino a tempi recenti. All’interno del monastero è ospitato il Museo dell’Orso

CATELVECCHIO SUBACQUEO

Entrando a Castelvecchio ci si ritrova su Piazza Vittorio Emanuele II, dove si affacciano medievali case-bottega ornate di bifore e grandi arcate. Il centro storico è un libro aperto sul passato di Castrum Vetus: importanti palazzi nobiliari, por- tali lavorati, la chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista, lo scudo dei Berardi in tanti angoli del borgo, memoria del dominio dei conti di Celano, le iscrizioni latine incastonate nelle mura, reperti dell’antica Superaequum. Dalle catacombe alla chiesa di Sant’Agata, posta vicino a una fonte ritenuta sacra, numerose sono le testimonianze dell’incontro precoce con il Cristianesimo, di cui il complesso conventuale di San Francesco è il più impor- tante testimone. La chiesa con- serva ancora gli affreschi trecenteschi nella cappella gotica che fu dell’edificio originario, mentre il convento ospita il Museo d’Arte Sacra, con preziose oreficerie antiche e il reliquiario del sangue di san Francesco.

CATEL DI IERI

Il cucuzzolo su cui sorge Castel di Ieri chiude il pianoro campestre attraversato dalla via Tiburtina nel tratto Subequano. Uno dei paesaggi meglio conservati d’Abruzzo, con il borgo compatto ai margini dei campi coltivati e una vista spettacolare sulle cime del Sirente. Al centro dell’abitato svetta la torre quadrangola- re del XV sec., appoggiata sulla roccia viva. Il centro storico è un susseguirsi di abitazioni me- dievali, botteghe antiche dalle architetture tipiche del Quattro- cento, bifore preziose e resti di affreschi. Ben conservata la por- ta della cinta muraria con arco a tutto sesto. Dentro e fuori dal borgo, la chiesa della Madonna Assunta in cielo, le rurali Ma- donna del Soccorso e Madonna di Pietrabona, e sulla provinciale per Goriano, lo splendido tempio italico, luogo di culto dei Peligni Superequani.

GORIANO SICOLI

La Fontana pubblica, costruita appena fuori dal paese nel 1888, è il punto più caratteristico da cui osservare Goriano Sicoli. Con le sue due vasche laterali, ciascuna incorniciata da un portico a nove archi, sembra abbracciare il borgo sovrastante, scoprendone la forma tipicamente medievale, che ispirò Escher nella sua prima litografia. Sui ruderi del castello che un tempo doveva ergersi sulla sommità del colle, sorge la chiesa di Santa Maria Nuova (con un interessante portale rinascimentale), che nel campanile riprende l’antica torre. Ancora presenti le porte di accesso al borgo, gli archi gotici di Porta Bagliucci, Porta Baracca e Porta di Murro, che conserva alcune sculture medievali. Fuori dal paese, la chiesa di Santa Gemma fu edificata nel 1613, dove prima era una chiesa dedicata a San Giovanni, luogo di ritiro della devota pastorella, il cui culto accompagna da seco- li le comunità di Goriano e San Sebastiano di Bisegna.

 

Molina Aterno 42 09’00’’ N, 13 44’11’’ E → Secinaro 42 09’14’’ N, 13 40’54’’ E → Gagliano Aterno 42 07’39’’ N, 13 42’03’’ E → Castelvecchio Subequo 42 07’52’’ N, 13 43’43’’ E → Castel di Ieri 42 06’58’’ N, 13 44’37’’ E → Goriano Sicoli 42 04’54’’ N, 13 46’33’’ E → Molina Aterno
 Call Center: +39 0864 49595
External Tour

Innanzi tutto i frutti, freschi, di varietà poco diffuse: la pera “spina” a Goriano e la “San Francesco” a Castel di Ieri, le mele “zitelle” e “limoncelle”, la rara “melappia” a Castel Vecchio. E dalla terra ceci e una gran varietà di fagioli (“fagioloni”, “cannellini”, “rossi di montagna”, “poverelli”, “fagioli a pane”), farro, grano “ruscìa” e “solina”. Sopra Secinaro, tra boschi e radure del Sirente, il porcino reticolato e nei cerreti di Goriano i “bronzini”; e poi il tartufo. Sulla tavola, alcune prelibatezze della cucina tradizionale, la micischia (carne ovina o caprina aromatizzata, essiccata ed affumicata) a Castel Vecchio, j’ntremè, piatto tipico gaglianese, preparato con fegatini d’agnello in agro dolce, antica ricetta delle suore clarisse, e nuove consuetudini culinarie, come gnocchi e ranocchie a Molina. Insieme, pane di patate e, nella ricorrenza sacra, i pani di Sant’Agata. CONTATTA il Bioagriturismo LA PORTA DEI PARCHI

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